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LA STORIA IN CINQUE CAPOVERSI
di Pierpaolo Adda
Parecchi amici del Soave Guitar Festival mi hanno chiesto perché non raccolgo tutti i miei ricordi di questa festa in un volume e lo pubblico, in modo che ognuno possa conoscerne origini e sviluppo. In realtà l’ho già fatto nel 2009, quando, dopo un duro lavoro di quasi un anno, diedi alle stampe “Soave Guitar Festival – Scene e retroscena”, un grosso volume di 256 pagine di testo, arricchite da più un corposo corredo fotografico. Purtroppo, quasi tutte le 1.200 copie stampate, nelle quali raccontavo il festival dall’inizio e fino a tutto il 2008, andarono perse nell’alluvione che nel 2010 colpì Soave. Nel 2006 avevo subìto un grosso furto di chitarre nel mio Guitar Ranch. Quest’altra catastrofe avrebbe potuto stroncarmi definitivamente: E invece no! Amen, dissi a me stesso… se il destino vuole anche questo, lasciamolo sfogare e speriamo in un domani migliore!
Ed ecco che l’anno scorso Gabriele (il cognome non importa) mi scrive per dirmi di essere uno studente in procinto di ottenere la laurea triennale a Teramo in chitarra fingerstyleG, ed essere suo desiderio preparare la tesi esaminando lo stile di alcuni chitarristi, tra cui Tommy Emmanuel, e parlando anche del Soave Guitar FestivalG, palcoscenico che lanciò Tommy sulla scena nazionale ed oltre. Mi propone di rispondere ad alcune domande utili per la sua ricerca, facendomi ricostruire brevemente la storia del festival.
Cosa rispondere? Sì, ovviamente. Ecco allora le domande di Gabriele e, se volete farvi un’idea di ciò che è stato il Soave Guitar Festival, le mie risposte:
Gabriele:
Buongiorno, allora io ho buttato giù 5 domande che penso possano essere buone per avere un quadro generale. ovviamente qualsiasi aneddoto o evento che si voglia includere è ben accetto! le domande di seguito:
- Quando è nata l’idea del festival, e come?
- Quale è stata l’evoluzione del Festival negli anni, dalla prima edizione all’ultima
- Qual era la situazione del fingerstyleG in Italia alla nascita della prima edizione?
Chiedo perché molti mi hanno detto, per esempio, che Tommy EmmanuelW era ancora sconosciuto in Italia agli inizi. - Quali sono stati gli Artisti di punta del festival
Pierpaolo:
Il festival nasce dalla mia passione per la chitarra, strumento che mi ha sempre entusiasmato e del quale fin dagli anni ’80 sono stato collezionista, nonostante la mia storia musicale sia quella del batterista, con la buona sorte di esserlo stato per il gruppo veronese “I KingsG”. Fu nel 1991 che, scambiando qualche idea con un mio amico, questa volta vero chitarrista e, come me, collezionista, pensai che sarebbe stato bello mostrare alla gente comune, quella che magari non ha mai suonato ma che apprezza la musica, gli strumenti nostri e di qualche altro amico che sapevamo possedere qualche bel esemplare.
Questo mio amico – al secolo Marco Gasparini – abitava a San Giovanni LupatotoG ed era in ottimi rapporti con la locale amministrazione comunale. Non gli fu difficile farsi dare la disponibilità della Sala Civica, nella quale, per due anni di seguito, mettemmo in mostra per due fine settimana un centinaio di chitarre, accogliendo parecchio pubblico e tanti altri collezionisti che, saputo della nostra iniziativa, vennero a trovarci dalle provincie vicine. Aggiungo che, il secondo anno (1992), organizzammo, a chiusura dell’evento presso il teatro Astra dello stesso paese, un seminario-concerto serale, nel corso del quale io spiegai al pubblico le caratteristiche di una quindicina di chitarre allineate sul palcoscenico, chitarre che vennero suonate, per confermare le caratteristiche che io raccontavo, da Marco stesso e gli amici (e ottimi chitarristi) Rudy RottaW e Tolo MartonW.
In questi due anni la manifestazione si chiamò “Vintage”.
Il 1993, a seguito del terremoto politico seguito a TangentopoliG, non facemmo niente, perché non avevamo di fatto interlocutori politici disponibili ad occuparsi della nostra passione. L’anno dopo, e siamo così nel 1994, pensai che sarebbe comunque stato bello riprendere il filo della manifestazione, magari portandola in un luogo più attraente. Ne parlai allora all’amministrazione comunale di Soave, mio luogo di nascita e di residenza, ed ottenni la disponibilità del piano terra del palazzo municipale per ospitare la mostra e della chiesetta medioevale di S. Maria del Monte SacroG dei Padri DomenicaniG per tenervi un concerto conclusivo.
Il risultato, grazie anche ad un discreto battage pubblicitario (manifesti in tutta Verona e comuni limitrofi, a Soave e qualche intervista nelle nostre radio e televisioni), fu davvero incoraggiante, con grande afflusso pubblico, quasi tutto di veri appassionati.
A questo punto (e così arriviamo al 1995, anno che costituì il punto di svolta della manifestazione) mi chiesi se non fosse giunto il momento per dare a “Vintage” la possibilità di diventare un evento di rilevanza almeno regionale, se non addirittura nazionale. Puntai a realizzare un altro sogno, che in realtà fu il motore di tutto lo sviluppo della manifestazione. Volli con tutta la mia forza riuscire ad invitare a Soave uno dei due chitarristi del gruppo inglese “The ShadowsW”, la formazione che fin dal 1960 influenzò tutti gli appassionati di chitarra. La scelta era tra cercare di invitare Hank MarvinW, il solista, o Bruce WelchW, il chitarrista ritmico. Scartai subito il primo, anche se a malincuore, quando scoprii che risiedeva stabilmente a PerthW, in AustraliaW, per cui, anche se avesse accettato di venire, non avrei certamente avuto la capacità economica di pagargli voli e ospitalità. Con Bruce WelchW, che invece abitava e abita tuttora a Richmond on ThamesG, appena fuori LondraG, dopo alcune schermaglie dovute alla sua ovvia diffidenza nei confronti di un “Signor Nessuno” (il sottoscritto) che gli chiedeva di venire in Italia, mi andò bene, perché, dopo alcuni fax e un’ultima di tante telefonate, accettò la mia proposta e venne insieme alla sua compagna.
Non appena, sempre attraverso le normali vie (stampa, radio e TV locali) e in più con l’aiuto determinante della rivista specializzata “Guitar ClubG” si sparse la voce che Bruce WelchW degli ShadowsW sarebbe venuto a Soave, si mobilitarono gli associati allo “Shadows Fan ClubG”, ai quali sembrò di toccare il cielo con un dito quando seppero che avrebbero potuto incontrare uno dei loro beniamini, per cui vennero in grande quantità, presentandosi anche formalmente guidati dal loro presidente Marco CeselliG. La voce dell’arrivo di Bruce WelchW varcò anche i confini italiani per giungere presto in FranciaG. Fu così che un giorno fui raggiunto al telefono da Marcel DadiW, il più famoso chitarrista fingerstyle d’oltralpe, il quale mi disse che, se era vero che Welch sarebbe arrivato, anche lui voleva essere della partita, purché gli coprissi tutti i costi. Ovviamente dissi di sì, e fu così che i sogni in corso di realizzazione furono due… e veramente pesanti! Pesanti però anche sotto il profilo economico, perché le entrate non furono sufficienti a coprire le uscite. Fu così che persi per strada Marco Gasparini, il mio vecchio alleato, non disponibile a perdere denaro, anche se a fronte di sogni avverati.
Decisi comunque che l’avventura, così come si era svolta, era stata entusiasmante e valeva senz’altro la pena di essere proseguita. E così l’anno seguente organizzai tutto da solo, cambiando nome all’evento, che non si chiamò più “Vintage” ma “Soave Guitar Festival”. Mi sembrava infatti che, essendo l’orientamento mio sempre più volto a portare a Soave chitarristi di grande livello, la mostra delle chitarre, e cioè il “Vintage” vero e proprio, sarebbe divenuto una sezione di un tutto che meglio sarebbe stato rappresentato dal concetto di “Festival”.
Arriviamo così al 1996, quando sia Bruce WelchW che Marcel DadiW si dissero disponibili a tornare, con la proposta, da parte di Marcel, di coinvolgere anche la ADGPAG, un’associazione che faceva capo a lui e al grande Chet AtkinsW, stella americana del più raffinato fingerstyle. Tale associazione mi avrebbe consentito di avere altri ottimi chitarristi italiani e francesi, tutti disponibili ad esibirsi al solo patto di avere le spese di ospitalità coperte. Dissi di sì, e anche questa edizione si concluse felicemente. Occorrerà arrivare qualche anno dopo a Tommy Emmanuel per vedere, sempre in quello stile, l’evoluzione pressoché definitiva. Marcel, infatti, era un interprete legato soprattutto al linguaggio di Merle TravisW, più basilare, per quanto di straordinario effetto, rispetto a quello di Chet AtkinsW, estremamente raffinato, che costituisce la cifra di Tommy.
Con Marcel Dadi il fingerstyle fece il suo ingresso trionfale a Soave e, posso dirlo con certezza, in Italia, perché non si era mai visto nessuno nel nostro Paese suonare con quella tecnica e a quel livello di perfezione.
Alla grande emozione che il chitarrismo di Marcel DadiW suscitò in tutti noi si aggiunse anche la bella sorpresa di avere, grazie all’amicizia di Dodi BattagliaW, ben noto chitarrista dei PoohW, il trio “Le chitarre d’Italia”, formazione nata dall’amicizia di Dodi stesso con Franco MussidaW (P.F.M.W) e Maurizio SolieriW (Vasco RossiW). Grande la loro performance!
Il dramma fu però la notizia che, poche settimane dopo la conclusione di questa edizione, arrivò la notizia che l’aereo sul quale Marcel Dadi volava per tornare dagli Stati Uniti (era appena stato a Nashville) in Francia era esploso sul cielo di Long Island. Fu una vera tragedia, sotto ogni profilo. Comunque, andammo avanti, cercando nuovi orizzonti anche stilistici.
Dal 1997 ogni edizione è stata dedicata alla memoria di Marcel Dadi. Proprio per quella riuscii a portare a Soave il grande Larry CorryelW, che conobbi all’Olympia di ParigiG in occasione di una serata organizzata nell’autunno del ’96 in memoria di Marcel, e un’altra stella della chitarra: Albert LeeW, uno dei chitarristi country più apprezzati ed influenti al mondo, che, accompagnato da “Luca Olivieri e TC BandG”, ci fece capire quanta perizia e sensibilità occorrono per suonare ad alto livello qual tipo di musica. Anche Franco CerriW, nostra stella della chitarra jazz, si unì a noi, e portò in palcoscenico l’eleganza della sua musica.
Albert tornò anche nel 1998, edizione alla quale partecipò pure un altro dei miei beniamini: Mick AbrahamasW, il primo e indimenticato chitarrista dei “Jethro TullW”, un bluesman pieno di anima e tecnicamente ineccepibile.
L’anno seguente (siamo nel 1999) fu quello di un’ulteriore crescita, forse quella che portò il “Soave Guitar Festival” agli onori delle cronache nazionali ed internazionali. Infatti, dopo aver scritturato quel mito della chitarra elettrica che risponde al nome di James BurtonW, il leggendario chitarrista di Elvis PresleyW che ne caratterizzò l’attività dal 1969 al 1977 (anno della morte di Elvis), e Jerry DonahueW, uno specialista assoluto della chitarra country-rock, ebbi la fortuna, dietro suggerimento di Bruce WelchW, di incontrare a LondraG Tommy EmmanuelW, arrivato fresco dall’AustraliaG e desideroso di costruirsi una nuova carriera in Europa e negli Stati Uniti. Lo invitai, chiarendogli che avrebbe ricevuto la migliore ospitalità possibile ma nessun compenso monetario (non ce lo potevamo permettere!).
Tommy in palcoscenico fu un pugno in faccia a tutti! Nulla per lui appariva impossibile, e tutto sembrava facile per le sue dita! James BurtonW stesso, che a Soave lo vedeva per la prima volta, ebbe a dire che, piuttosto che salire sul palcoscenico dopo di lui, ogni chitarrista avrebbe fatto meglio a tagliarsi le dita!
Tommy tornò anche nel 2000 e nel 2001.
Nel 2000 ebbe per compagni di avventura una delle più belle coppie di amici musicisti che io abbia incontrato nella mia vita. Si tratta di Thom BreshW (figlio del leggendario Merle TravisW, cui accennavo parlando di Marcel DadiW), potente chitarrista-cantante-intrattenitore, e Buster B. JonesW, un vero fulmine con le corde di nylon.
Nel 2001 l’ospite, da Tommy assai rispettato e amato, fu invece Nokie EdwardsW, il solista di “The VenturesW”, il più famoso gruppo strumentale americano negli anni ’60. Con lui furono pure in cartellone altri grandi talenti: Laurence JuberW, già col gruppo “The WingsW” di Paul McCartneyW, Stephen BennettW, uno specialista della ‘harp guitarG’, strumento molto praticato verso la fine del 1800, che conta tuttora notevoli interpreti negli USA, e Rudy RottaW, il nostro grandissimo e purtroppo compianto bluesman.
In questa occasione proposi a Nokie EdwardsW di formare un gruppo estemporaneo per suonare nei concerti serali qualche brano dei VenturesW. Egli accettò di buon grado e così, con Tommy EmmanuelW alla chitarra ritmica, il mio compianto amico Paolo Manzini al basso e il sottoscritto alla batteria, formammo “The Wanna Be Ventures Live In Soave”!
Nel 2002, riacquisiti Tommy EmmanuelW che portò pure suo fratello Phil EmmanuelW, Stephen BennettW, Luca OlivieriW e TC Band, e, dopo averne smontato le resistenze nel corso del Winter NAMM ShowG ad AnaheimG, USA, riuscii ad arruolare un altro ‘pezzo da novanta’. Si tratta di John JorgensonW, chitarrista e polistrumentista tra i più rispettati negli Stati Uniti. Fu, con Chris HillmanW (ex ByrdsW) membro fondatore della famosissima “The Desert Rose BandG”, fondatore e animatore di “The HellecastersG” con Jerry DonahueW e Will RayW, e per molti anni chitarrista di Elton JohnW. Con lui si esibì per la prima volta a Soave anche una formazione spagnola, destinata a diventare un classico del festival e una garanzia di qualità e gradimento per il pubblico. Si tratta di “Pedro Javier González TrioG”, tre straordinari musicisti di Barcellona, bravi, bravissimi!!
Aggiungiamo un grandissimo Franco CerriW e Raf MontrasioG, mai dimenticato chitarrista di Renato CarosoneW, Anita Camarella e Davide FacchiniG, coppia nella musica e nella vita, Valerie DuchateauG, grande chitarrista classica francese, Bermuda Acoustic TrioG, gruppo vocale e strumentale italiano di grande impatto scenico, e Christina LuxG, raffinata cantante e chitarrista tedesca, il jazzista Simone GuiducciG e Andrea PalazzoG, grande esponente della nuova scuola elettrica napoletana, posso senz’altro dire che questa edizione vantò uno dei cartelloni più ricchi della storia del festival.
Il cartellone 2003 fu densissimo di presenze, con il ritorno di Dodi BattagliaW, che presentò il suo CD solista “D’assolo”; il ritorno di John JorgensonW e un grandissimo Tony McManusW, chitarrista celtico di assoluta eccellenza, e l’incredibile e funambolico Johnny HilandW, che, accompagnato da Luca OlivieriG e la sua band, diede a tutti una lezione indimenticabile di chitarrismo country. Dall’Italia Raf Montrasio, già chitarrista di Renato Carosone.
Unica pecca fu la scelta, per dare più spazio ad un pubblico sempre più numeroso, di utilizzare una tensostruttura, il “PalaFender”, perché, mentre il risultato in termini di posti a sedere fu ovviamente meraviglioso (900 seggiole!), l’acustica si rivelò un disastro!
Con il 2004, oltre a Tommy Emmanuel, arrivarono Muriel AndersonW da NashvilleG, e, dalla Gran BretagnaG, Brendan CrockerW, un eccentrico ma geniale artista, già membro dei “NottinghillbilliesG” di Mark KnopflerW, e con lui un funambolico Jon GommW. Dall’Italia ecco Massimo VariniW, una presenza che da allora diventerà un classico. In quest’anno iniziammo la realizzazione di un DVD celebrativo, con il meglio dei concerti serali.
Il 2005 vide grandi ritorni (ormai erano gli artisti a chiedermi di essere richiamati, nonostante il festival assicurasse a tutti solo viaggi e ospitalità, dato che, anche per la mia decisione di non cercare sponsor, non c’erano i mezzi economici per pagare cachet agli ospiti). Ecco John JorgensonW (questa volta però, in aggiunta alla ormai nota versione elettrica, anche con il suo quintetto di Gipsy Jazz), Johnny HilandW, Stephen BennettW, Pedro Javier González TrioW, e gli altri che vedrai nel poster, con due novità dalla Germania: la cantautrice Christina LuxW (bella… ha fatto innamorare molti!!) e il chitarrista classico Rainer RohloffW.
Anche Franco MussidaW (PFMW) apparve all’improvviso, fuori cartellone, per presentare il suo nuovo programma di didattica musicale. Tenne su questa materia un seminario e suonò pure in un concerto serale. Al momento di firmare l’autorizzazione a comprendere la sua esibizione nel DVD che avrei allestito, la negò, con mia grande delusione!
Per il 2006 (decennale della scomparsa di Marcel DadiW) inaugurai una bella tradizione in collaborazione con Casale-Bauer SpaG, azienda importatrice delle chitarre FenderW. Questa azienda mise a disposizione da questa circostanza e poi ogni anno fino alla interruzione del festival, due chitarre StratocasterW che io feci decorare con immagini che costituivano il tema dell’edizione. Una, che, bene in vista sul poster, venne posta in palio tra il pubblico partecipante ai concerti e l’altra rimase all’archivio del festival. Bene, scelsi allora di ricordare Marcel DadiW, e la chitarra fu decorata con il suo viso.
Tra gli ospiti dell’edizione spiccano ancora una volta Tommy EmmanuelW, giunto a Soave con la cantante-chitarrista Lizzie WatkinsW, a quel tempo sua compagna, Laurence JuberW e altri amici già noti al nostro pubblico, tra cui Valerie DuchateauW, la chitarrista classica francese che Marcel portò a Soave prima di morire, e che mi sembrò la presenza d’oltralpe più degna di ricordarlo.
L’edizione 2007 costituì il coronamento di un mio sogno, che era avere a Soave un vero fenomeno musicale. Si tratta di Monte MontgomeryW, cantante, chitarrista e compositore di qualità eccelsa, capace di emozionare anche una statua di marmo! Dopo quattro anni di insistenze, finalmente arrivò, accompagnato da Brian Andrew LeeW, un altro cantante-chitarrista suo grande amico. Altri ospiti di grande spessore furono Carl VerheyenW, chitarrista, tra l’altro, dei SupertrampG, e il nostro Beppe GambettaW.
Il 2008 fu un altro anno ricco di grandi presente: Tommy EmmanuelW con Lizzie WatkinsW, Monte MontgomeryW (con noi per il secondo di cinque anni in fila!), Lurence JuberW, Muriel AndersonW e, per la prima volta, Frank VignolaW, conosciuto pochi mesi prima ad Anaheim e immediatamente arruolato, con il suo quintetto di raffinatissimo swing. Anche Frank diverrà un classico del festival.
Anche l’edizione 2009 ebbe un cartellone di grande prestigio (vedi poster), con ancora alcune ragguardevoli nuove presenze: Greg KochW, Marcio RangelW (un chitarrista brasiliano mancino che suona utilizzando al rovescio una chitarra destrorsa), “The Bendy Pastorious GroupG” (John BendyW alla chitarra, Felix PastoriousW , figlio di Jaco, al basso e Virgil HoweW, figlio di Steve e recentemente deceduto, alla batteria).
Il 2010 fu dedicato ai 50 anni da quando “The ShadowsG” registrarono “Apache”, un successo mondiale, ma soprattutto l’inizio di una nuova stagione per la musica giovane, che da quel momento vide la formazione “tre chitarre e batteria” divenire lo schema cui si rifece la maggior parte di chi voleva fare musica e mettere in piedi un complessino. Pete HuttlingerW, un grande chitarrista americano, anch’egli purtroppo morto negli scorsi anni, fu una vera rivelazione, sia sotto il profilo tecnico che umano. Una persona meravigliosa!
Nel 2011, 150° anniversario dell’unità d’Italia, ritenni giusto decorare la chitarra del poster con un’immagine delle Frecce TricoloriW sul corpo, e la riproduzione dell’incontro di TeanoG tra GaribaldiG e Vittorio Emanuele IIG sul battipenna. Per dare grande spessore alla parte artistica richiamai Albert LeeW col suo gruppo “The Hogan’s HeroesG”, Laurence JuberW, Frank VignolaW, Monte MontgomeryW, Pedro Javier González TrioW, arricchendo il cast con i nostri Paolo SerenoW, “Bermuda Acoustic TrioG”, Massimo VariniW e il bravissimo gruppo romano “BjornG”.
E arriviamo così al 2012, cioè al canto del cigno, perché qui si chiuse l’avventura del, a giudizio di molti, più bel festival chitarristico d’Europa. Annunciai a tutti che quella sarebbe stata l’ultima edizione, e così fu.
Per lasciare comunque un buon ricordo del festival misi insieme un cartellone di assoluto prestigio, come puoi ben vedere dal poster.
Le ragioni che mi convinsero a smettere furono banali da un punto di vista, ma fondamentali da un altro. Mi resi conto che tanti problemi pratici, che fatalmente sorgono quando si gestisce una macchina come un festival, se vengono affrontati da tutti coloro che li possono governare diventano sciocchezze perché si risolvono e si va avanti. Quando invece gli stessi problemi vengono visti, se ne discute, ma chi ha potere (sto parlando del potere politico-amministrativo) per risolverli si volta dall’altra parte, allora anche una persona come me, piena di entusiasmo e voglia di fare, perde la pazienza e dice basta! E questo è ciò che è avvenuto.
Tommy EmmanuelW fece un lungo discorso dal palcoscenico per convincere il Sindaco di allora ad intervenire concretamente e farmi così cambiare idea, ma furono parole al vento.
Non appena si sparse la voce che Soave non aveva più il festival, fui contattato, attraverso amici comuni, dall’Amministrazione Comunale di VicenzaG, che mi convinse a provare a continuare la manifestazione in quella città.
Lo feci volentieri – e arriviamo così al 2013 – anche perché le sedi offerte furono del massimo prestigio (Basilica PalladianaG per la mostra-mercato delle chitarre, Teatro OlimpicoG e Teatro ComunaleG per i concerti) ma, dopo il primo anno, decisi di fermarmi, perché, mentre gestire un evento di questa portata in un paese dove conoscevo tutti era relativamente agevole, farlo in una città, dove non si sapeva mai quale fosse l’ufficio comunale competente per decidere qualcosa, si rivelò stressante al punto da convincermi a fermarmi definitivamente.
Qui finisce perciò la storia del Soave Guitar Festival.
Se ti è utile dare ancora più sostanza alla tua ricerca, tieni nota del fatto che, a margine del festival, ho organizzato per i miei ospiti vari concerti dopo l’evento, tra i quali vale la pena segnalare quelli tenuti da “John Jorgenson QuintetG” (Gipsy Jazz), Frank VignolaG, Tommy EmmanuelG, Monte MontgomeryG, “Pedro Javier González TrioG” al Teatro Olimpico di VicenzaG.
Tutti ripresi in audio e video, e riprodotti in DVD.
Il fingerstyle in Italia, prima del Soave Guitar Festival, non era seriamente praticato. Pochi gli appassionati, soprattutto per mancanza di artisti, di modelli, cui fare riferimento. Marcel DadiW fu importante, ma non determinante, anche perché poco conosciuto in Italia.
Chi diede veramente la scossa ai chitarristi fu Tommy EmmanuelW.
Guardando lui tutti capirono che il suo livello era un livello stratosferico, irraggiungibile. È però anche vero che ad un grandissimo numero di appassionati, specialmente dopo averlo visto aprire il Tour invernale 2000 dei PoohW, venne la voglia di provarci. Oggi i praticanti sono numerosissimi, e credo che il numero sia destinato ad aumentare di molto.
Dimostra tutto ciò l’aumento esponenziale delle vendite di chitarre acustiche nel secolo corrente, quando prima del 2000 era la chitarra elettrica ad attirare i giovani chitarristi.
Come avrai capito seguendo questa ruvida narrazione, il festival deve ringraziare tutti gli artisti che sono venuti ad onorarci del loro talento. Certo, se devo enucleare qualche nome lo faccio solo per dire quali sono stati quelli che hanno contribuito ad elevarne il livello di fronte al pubblico e ad espanderne l’area di attenzione. E allora non posso non citare:
- Bruce WelchW, perché grazie a lui la nostra è divenuta una platea nazionale.
- Marcel DadiW, perché i suoi seguaci hanno sparso il verbo anche oltralpe.
- Tommy EmmanuelW, perché, grazie a lui, l’Europa intera (e anche qualche area extraeuropea, visto che abbiamo avuto pubblico anche da USA, Russia, Canada e Australia) ha guardato a Soave.
Aggiungo invece io il ricordo di Jacques Prével, una persona meravigliosa che, sin dall’arrivo di Bruce Welch (di cui era già amico) e fino alla sua morte, avvenuta il 2 Settembre 2008, è sempre arrivato da Chelles, un comune della cintura parigina, una settimana prima dell’inizio di ogni edizione, per aiutarmi in qualsiasi modo gli fosse stato possibile. Era un alto funzionario della Philips, e qui, insieme a me, ha fatto tutto, dal trasporto dei tavoli e delle sedie per l’esposizione, al trasporto da e per gli aeroporti degli artisti, fino a rinviare da Marzo alla fine estate di quel maledetto anno un’operazione che avrebbe potuto regalargli qualche scampolo di vita in più. E tutto ciò per starmi vicino! Ecco cosa significa avere un amico vero!